Le risorse umane adorano gli aggiornamenti meteo: nel caldo torrido di agosto, vengono rispolverati innumerevoli protocolli per aggiornarci con consigli su temperature minime, abbigliamento, vacanze, copertura temporanea (questa è una questione un po’ spinosa), stagisti e, se siete fortunati, lecca lecca gratis.
Chi non è in vacanza potrebbe provare un certo torpore, unito alla consapevolezza che, nonostante l’aria di relax, dovrà lavorare più duramente del solito, date le assenze. Potrebbe anche passare una quantità smisurata di tempo dietro al computer a pianificare la propria vacanza o in uno stato di panico finanziario mentre il suo indice si libra sul pulsante “paga ora”.
Ora, grazie al fornitore di stampe online instantprint, possiamo mettere dei numeri su come alcuni di noi potrebbero sentirsi. Non so perché instantprint raccolga tali cifre, o come, ma questo è ciò che ci stanno dicendo oggi, e temo che richieda un elenco puntato, che includo pigramente nonostante l’evidente rischio che nessuno legga oltre:
- Oltre il 25% dei dipendenti fa fatica a rimanere motivato nelle stagioni più calde
- Oltre un terzo dei britannici affronta un carico di lavoro più pesante durante l’estate
- Il 38% degli inglesi ammette di fare più pause durante i periodi più caldi
- Il 42% ha dichiarato di trascorrere più vacanze durante i mesi estivi: solo il 42%?
- Il 70% ha dichiarato che le proprie aziende non offrono benefit specifici per il periodo estivo né opzioni di lavoro flessibile.
- Il 46% ha espresso una netta preferenza per una soluzione diversa, come orari di inizio e fine anticipati oppure orari di lavoro flessibili.
Parlando di essere un po’ pigri, i lavori da “ragazza pigra” sono in marcia, secondo Guy Thornton, fondatore di Practice Aptitude Tests. Ciò potrebbe significare che il modo in cui molti di noi lavorano ad agosto verrà esteso per coprire il resto dell’anno. Afferma un aumento del 300% nelle ricerche Google per lavori da “ragazza pigra” già questo mese. Definisce la frase, che è stata coniata su TikTok ovviamente, come una che “evidenzia un crescente desiderio di posizioni che offrono una retribuzione sostanziale con il minimo stress e sforzo”.
Il termine in sé è ovviamente una sciocchezza. Per prima cosa, che fine hanno fatto i lavori da “lazy boy”? È inaccettabile essere un “lazy boy”? O forse è scontato che i ragazzi siano pigri.
Thornton aggiunge: “Sempre più spesso, le persone attribuiscono maggiore importanza alla soddisfazione lavorativa, alla salute mentale e alla realizzazione personale rispetto a parametri più tradizionali di successo, come alti stipendi e titoli”.
I miglioramenti tecnologici hanno reso il lavoro da remoto più accessibile ed efficiente e hanno ampliato la gamma di lavori che possono essere svolti con una presenza fisica minima, “allineandosi bene con l’etica del lavoro delle ragazze pigre”, ci dice Thornton.
Il lavoro flessibile e il lavoro ibrido sono tutti fattori che giocano a favore della “ragazza pigra”, dice, poiché consentono più tempo per una vita sociale e per divertirsi lontano dal lavoro. Aggiunge: “I lavori da ragazza pigra spesso comportano anche un lavoro autonomo con una supervisione minima, consentendo ai dipendenti di lavorare al proprio ritmo”.
Comunque, è agosto, non pensiamoci troppo.