Appello ai datori di lavoro per sostenere i lavoratori soli nel mondo

Appello ai datori di lavoro per sostenere i lavoratori soli nel mondo

Valeria

I datori di lavoro sono invitati a offrire maggiore supporto ai lavoratori soli in tutto il mondo, dopo che una nuova ricerca ha rivelato che una persona su cinque prova sentimenti di solitudine ogni giorno.

Secondo Towergate Health and Protection, i risultati del rapporto Gallup sullo stato del posto di lavoro globale indicano che le aziende dovrebbero fare di più per contribuire a ridurre il numero di dipendenti soli in tutto il mondo.

La compagnia assicurativa ritiene che, offrendo adeguate misure di tutela della salute e del benessere, i datori di lavoro ridurrebbero al minimo anche l’impatto della solitudine sulla salute mentale e sulla produttività delle persone.

Sarah Dennis, responsabile internazionale di Towergate Health & Protection, ha affermato: “Abbiamo scoperto che la solitudine è un grosso problema per i dipendenti all’estero. È importante che i datori di lavoro affrontino questo problema perché può portare a ulteriori problemi di salute mentale più scadente, minore produttività e aumento delle assenze. Tutto ciò diventa un circolo vizioso se non è in atto un adeguato supporto per la salute e il benessere”.

I risultati di Gallup hanno rivelato che la solitudine differiva a seconda della posizione geografica di ciascun dipendente. Ha scoperto che i dipendenti dell’Asia meridionale hanno maggiori probabilità di soffrire di solitudine (29%), mentre quelli dell’Africa subsahariana sono al secondo posto (26%). Seguono i lavoratori del Medio Oriente e del Nord Africa (23%), mentre quelli in Australia e Nuova Zelanda sono risultati essere i meno propensi a sentirsi soli (13%).

La ricerca ha mostrato che l’occupazione riduce i sentimenti di solitudine, con i lavoratori che si sentono meno soli (20%), rispetto ai disoccupati (32%). Inoltre, le persone che lavorano in sede hanno segnalato meno solitudine (16%) rispetto ai lavoratori da remoto (25%). I dipendenti più giovani avevano maggiori probabilità di sentirsi soli, con il 22% di quelli di età inferiore ai 35 anni che lo segnalavano rispetto al 19% dei datori di lavoro con più di 35 anni.

Dennis ha aggiunto: “È una convinzione radicata che un buon lavoro faccia bene. Mentre chi lavora all’estero affronta sfide aggiuntive, essere in grado di lavorare, visitare l’ufficio e persino essere coinvolti in conferenze telefoniche e video, può supportare la loro salute mentale. La chiave sta nel fornire il giusto equilibrio in modo che gli aspetti positivi dell’interazione sociale non siano superati da quelli negativi dello stress”.