Nonostante si tratti principalmente di un evento sportivo, il mondo degli affari moderno è riuscito a complicare le cose, scrive Adam McCulloch nell’ultimo della sua serie di articoli spensierati sulle tendenze del momento.
La vita era notevolmente più semplice nell’VIII secolo a.C., quando si tennero per la prima volta quelle che sarebbero diventate le Olimpiadi. All’epoca consistevano in meno di 10 sport, anche se è difficile saperlo con esattezza perché nessuno ne scrisse fino al 776 a.C. Divenne un evento di tre giorni nel 684 a.C. e poi di cinque giorni nel V secolo a.C. Vietati nel 393 d.C. dal guastafeste imperatore romano Teodosio per aver incoraggiato il paganesimo, i giochi non furono ripresi adeguatamente fino al 1894.
Simon Roberts, avvocato presso DAS Law, ricorda ai dipendenti: “Non avete alcun diritto legale di guardare eventi sportivi durante l’orario di lavoro e se il vostro datore di lavoro si rifiuta di permettervi di guardare una qualsiasi delle partite durante l’orario di lavoro, c’è poco che possiate fare per contestare questo da un punto di vista legale”. Un accenno all’antica Sparta, forse.
Susan Clews di Acas adotta un tono più filosofico, forse prendendo spunto da personaggi come Socrate o Platone: “I datori di lavoro dovrebbero avere una serie di semplici accordi sul posto di lavoro prima che venga dato il via alle Olimpiadi. Questi accordi possono aiutare a garantire che le aziende rimangano produttive, mantenendo anche il personale felice”.
Ma a quanto pare stiamo sbagliando tutto. Il vero piacere dei giochi si trova online. L’azienda tecnologica statunitense Sprinklr ha “utilizzato le sue capacità di ascolto sociale su X, Facebook e Reddit per creare un dashboard di dati sulle Olimpiadi”. Buddy Waddington, responsabile globale della tecnologia, insight e intelligenza artificiale presso Sprinklr, è molto emozionato per i giochi, ma non necessariamente per gli stessi aspetti del resto di noi. Afferra il suo tablet per dirci: “…ora le Olimpiadi stanno per esplodere sulla scena globale. Il turbine di entusiasmo si sta già diffondendo nelle conversazioni sui social media, ricordandoci che il mondo è online e pronto a svolgere un ruolo nella conversazione.
Continua: “Alla fine, i momenti virali accadono: non è una questione di fortuna, ma di preparazione. I marchi che vinceranno l’oro del marketing quest’estate sono quelli che hanno implementato strategie efficaci di marketing e social media basate sull’intelligenza artificiale per raccogliere informazioni utili dal passaparola. Prenditi il tempo di andare avanti ora o rischi di perderti nel rumore del gioco quest’estate”.
Incredibile come sia cambiato così poco da quando i giochi furono descritti per la prima volta nel 776 a.C.: a quei tempi i marchi che vinsero l’oro del marketing usavano senza dubbio anche le tavolette per le loro intuizioni pratiche. Erano fatte di argilla, però.