Subito dopo la notizia dei candidati più giovani che fantasmano i loro nuovi datori di lavoro – altrimenti noto come “pesca al gatto della carriera” – arriva una nuova ricerca su ciò che scoraggia i candidati da un posto di lavoro vacante. I collegamenti tra i due sono evidenti.
Le società di CV online sono spesso la fonte di studi bizzarri, quindi complimenti a StandOut CV per questi nuovi, ehm, approfondimenti. Grazie al suo sondaggio condotto su 1.092 adulti del Regno Unito e degli Stati Uniti, ora conosciamo i principali segnali d’allarme (o “icks” come direbbe StandOut CV) quando si tratta di domande e annunci di lavoro da parte degli intervistatori. Spesso è il senso dell’abbigliamento del candidato o la capacità di trovare una risposta sensata ad attirare l’attenzione: chi può dimenticare il colloquio di lavoro “pudico”? – quindi è piacevole mettere lo stivale sull’altro piede.
Il più grande no per i candidati sono apparentemente i lavori che offrono solo le ferie annuali minime. Nel Regno Unito questo è standard a 28 giorni; quindi questo risultato deve sicuramente essere distorto dai candidati negli Stati Uniti dove il congedo retribuito è stabilito dai singoli datori di lavoro.
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Passiamo quindi a qualcosa di più interessante.
Al secondo posto si collocano i candidati “a cui viene richiesto o incoraggiato a mettere mi piace ai contenuti dei social media di altri dipendenti”. Ciò è stato scoraggiante per il 64,6% e considerato “molto disgustoso”.
La mancanza di diversità nel consiglio di amministrazione di un’azienda e la scarsa menzione del DEI nella pagina “chi siamo” hanno ottenuto un voto negativo dal 62,7%.
Le frasi e le parole d’ordine degli annunci di lavoro considerate profondamente disgustose includevano la “mentalità del vincitore”, che avrebbe visto un terzo dei candidati diventare istantaneamente pescatori di gatti. “Lavora duro, gioca duro” ha angosciato un altro vasto gruppo.
L’odore corporeo degli intervistatori sarebbe catastrofico per le aziende in cerca di competenze, ha scoperto lo studio, mentre anche le interviste di gruppo e gli intervistatori che pronunciavano male i nomi hanno suscitato risposte estremamente negative da parte degli intervistati.
Se i candidati preferissero non avere un lavoro piuttosto che essere intervistati da qualcuno un po’ fiacco, o da una persona che usava parole “schifose”, era oggetto di congetture.