Oltre 2.000 posti di lavoro sono a rischio poiché ISG, una delle maggiori imprese edili del Regno Unito, è finita in amministrazione controllata.
L’amministratore EY ha confermato venerdì che ISG ha cessato l’attività con effetto immediato, con la chiusura di tutti i suoi siti. È considerato il più grande crollo di una società di costruzioni del Regno Unito dai tempi di Carillion nel 2018, che doveva ai fornitori 7 miliardi di sterline.
EY ha affermato che la maggior parte delle 2.400 persone impiegate da ISG nel Regno Unito saranno licenziate con effetto immediato.
Il crollo dell’azienda mette a rischio decine di progetti governativi: ISG fa parte di 69 programmi governativi centrali attivi. Tra i più importanti ci sono 22 progetti di costruzione che fanno parte del piano del Ministero della Giustizia per aumentare la capienza delle prigioni del Regno Unito di altri 20.000 posti. L’azienda è anche coinvolta in programmi di costruzione di scuole.
Saranno mantenuti solo 200 dipendenti per assistere gli amministratori.
ISG è il sesto maggiore appaltatore edile del Regno Unito per fatturato, con ricavi pari a 2,2 miliardi di sterline.
L’analista del settore edile Barbour ABI ha stimato che ISG è coinvolta in progetti edilizi governativi in corso per un valore di 1,8 miliardi di sterline.
In un’e-mail inviata al personale giovedì, riportata per prima da Construction Enquirer, l’amministratore delegato di ISG, Zoe Price, ha affermato che il flusso di cassa del gruppo è stato influenzato da importanti contratti in perdita stipulati tra il 2018 e il 2020.
Ha aggiunto: “La negoziazione di questi progetti ha avuto un effetto significativo sulla nostra liquidità. Quindi, anche se quest’anno siamo stati redditizi, la nostra eredità ci ha portato a un punto in cui non siamo stati in grado di continuare a negoziare”.
Oltre alla chiusura degli uffici e dei cantieri, anche i subappaltatori sono stati sospesi dal lavoro.
I report di inizio anno suggerivano che l’azienda stava avendo problemi di flusso di cassa. I tentativi di rifinanziare e vendere l’azienda erano falliti, ha detto l’amministratore.