Il Consiglio d’Europa ha ritenuto che la tutela contro i licenziamenti ingiusti in Spagna sia insufficiente e che la legislazione spagnola viola la Carta sociale europea.
Un reclamo collettivo dell’Unión General de Trabajadores (UGT) ha portato il Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) a concludere che la legislazione spagnola non garantisce una tutela sufficiente ai lavoratori il cui rapporto di lavoro viene licenziato senza un valido motivo.
I massimali di compensazione potrebbero spingere i datori di lavoro a fare una stima pragmatica dell’onere finanziario di un licenziamento ingiusto sulla base di un’analisi costi-benefici. In alcune situazioni, ciò potrebbe incoraggiare i licenziamenti ingiusti” – decisione del comitato
La denuncia dell’UGT sosteneva che la situazione in Spagna violava l’articolo 24 della Carta riveduta, che garantisce alle persone il diritto alla tutela nei casi di licenziamento.
Il sindacato ha sostenuto che il meccanismo di risarcimento nei casi di licenziamento ingiusto in Spagna non consente un risarcimento adeguato per coprire il danno subito e non riesce a dissuadere i datori di lavoro dal licenziare ingiustamente. In particolare, i lavoratori hanno diritto al risarcimento solo fino a un tetto massimo.
In Spagna, il risarcimento per licenziamento ingiusto non può superare i 33 giorni di paga per anno di servizio ed è limitato a un massimo di 24 mensilità.
Nei casi di licenziamento per motivi oggettivi e di licenziamenti collettivi per motivi economici o organizzativi, l’indennità non può superare 20 giornate di retribuzione per anno di lavoro svolto, limitatamente a un massimo di 12 mensilità.
La CEDS ha rilevato che, sebbene il governo spagnolo abbia affermato che uno degli obiettivi del sistema che introduce limiti massimi di indennizzo era quello di garantire una maggiore certezza del diritto, “non si può escludere che l’indennizzo predeterminato possa piuttosto servire da incentivo per il datore di lavoro a licenziare i lavoratori in modo ingiusto”.
La decisione ha aggiunto: “In effetti, in certi casi, i massimali di compensazione stabiliti potrebbero spingere i datori di lavoro a fare una stima pragmatica dell’onere finanziario di un licenziamento ingiusto sulla base di un’analisi costi-benefici. In alcune situazioni, ciò potrebbe incoraggiare i licenziamenti ingiusti”.
Il governo spagnolo ha sostenuto che esistevano meccanismi che consentivano ai lavoratori licenziati ingiustamente di richiedere un risarcimento superiore ai massimali stabiliti, ma l’UGT ha sostenuto che c’era stato un solo caso legale in cui i tribunali nazionali spagnoli avevano effettivamente concesso un risarcimento più elevato e che i tribunali in genere avevano respinto le richieste di risarcimento aggiuntivo.
La commissione ha concluso, con 13 voti contro 1, che le tutele spagnole contro il licenziamento ingiusto violano l’articolo 24b della Carta.
Il Regno Unito ha ratificato la Carta sociale europea nel 1962, ma non ha ratificato un protocollo di modifica o la carta rivista. Nel 2018, il Consiglio d’Europa, un organismo completamente separato dall’UE, ha scoperto che gli accordi di retribuzione per malattia previsti dalla legge nel Regno Unito violavano gli obblighi legali previsti dalla carta.