I rivenditori avvertono il Cancelliere di un onere di bilancio di 7 miliardi di sterline

I rivenditori avvertono il Cancelliere di un onere di bilancio di 7 miliardi di sterline

Valeria

I rivenditori hanno scritto al cancelliere avvertendo del terribile impatto dei 7 miliardi di sterline di costi aggiuntivi che dovranno affrontare l’anno prossimo a causa del budget.

Alcuni dei maggiori punti vendita del Regno Unito, tra cui Amazon UK, Tesco, Next e Asda, affermano che il “onere cumulativo” delle misure annunciate da Rachel Reeves in ottobre sarebbe dannoso per l’occupazione, l’inflazione e l’economia in generale.

Nel loro messaggio, i 79 firmatari della lettera del British Retail Consortium sostengono che la perdita di posti di lavoro, l’aumento dei prezzi e la chiusura dei negozi saranno inevitabili mentre sono alle prese con maggiori contributi di previdenza sociale (NIC) da parte dei datori di lavoro e aumenti dei salari dignitosi nazionali.

La lettera afferma: “Apprezziamo l’attenzione del governo sul miglioramento della situazione fiscale e sugli investimenti nei servizi pubblici; riconosciamo anche il ruolo che le aziende hanno nel sostenere tutto ciò. Ma l’enorme portata dei nuovi costi e la velocità con cui si verificano creano un onere cumulativo che renderà inevitabili le perdite di posti di lavoro e l’aumento dei prezzi una certezza”.

Sulla lista dei firmatari figurano anche i capi di Marks and Spencer, Boots, Currys, Lidl, JD Sports, Greggs, Primark, Morrisons e Sainsbury’s, nonché negozi di beneficenza e il gruppo commerciale Associated Independent Stores.

Il gruppo afferma che “l’impatto della modifica della soglia di budget NIC è particolarmente acuto dato che il commercio al dettaglio impiega un gran numero di persone con ruoli entry-level e part-time”.

Secondo la BRC, “accoglierebbe con favore l’opportunità” di un incontro con Reeves, in cui raccomanderebbe alcune modifiche alle misure annunciate nel bilancio, come l’introduzione graduale della soglia inferiore di utili NI.

La lettera aggiungeva: “Adeguando i tempi di alcuni di questi cambiamenti, il governo darebbe alle aziende il tempo di adeguarsi e mitigare notevolmente i loro effetti dannosi sulle strade principali e sui consumatori”.