I lavoratori in sciopero della Boeing hanno accettato l’ultimo accordo salariale che vedrà loro ottenere un aumento salariale del 38% nei prossimi quattro anni.
A settembre è iniziata una protesta sindacale presso l’azienda produttrice dell’aeroporto, con circa 33.000 dipendenti che hanno interrotto il lavoro negli stabilimenti di Washington. I lavoratori avevano rifiutato un nuovo contratto presentato loro che proponeva un aumento dei salari del 25% in quattro anni.
La proposta originale prevedeva l’impegno della compagnia a costruire il suo prossimo aereo commerciale nell’area di Seattle. L’Associazione internazionale dei macchinisti e dei lavoratori aerospaziali (IAM) cercava rassicurazioni sui piani pensionistici e sulle condizioni di lavoro.
I lavoratori hanno rifiutato una seconda offerta il 24 ottobre che li avrebbe visti ottenere un aumento di stipendio del 35% nello stesso periodo.
Potranno tornare ai loro turni da mercoledì 6 novembre, ha affermato il sindacato. IAM ha riferito che il 59% dei lavoratori in sciopero ha votato a favore del nuovo accordo, che include un bonus una tantum di 12.000 dollari e modifiche ai loro piani pensionistici.
La società ha inoltre recentemente annunciato l’intenzione di tagliare un decimo della sua forza lavoro globale dopo aver riportato perdite per 4 miliardi di dollari nei tre mesi terminati alla fine di settembre. Il lancio del suo jet 777X sarà ritardato fino al 2026 e la produzione degli aerei cargo 767 verrà interrotta nel 2027.
L’amministratore delegato Kelly Ortberg ha dichiarato: “Anche se gli ultimi mesi sono stati difficili per tutti noi, facciamo tutti parte della stessa squadra. C’è molto lavoro da fare per tornare all’eccellenza che ha reso Boeing un’azienda iconica”.
Anche il momento dello sciopero è stato cruciale, dato che oggi si terranno le elezioni americane. Il mese scorso, la segretaria americana del lavoro Julie Su è volata a Seattle per aiutare nei negoziati.