I Visual CV o Info CV ed i CV creativi in genere sono delle (relative) novità nel mondo dei curricula: inizialmente visti come delle rivoluzioni copernicane del settore, in realtà non si sono affermati quanto speravano i loro sostenitori… ed a ragione!
Proprio per questo motivo non vedevo l’ora di scrivere questo articolo, perché sono stanco delle stupidaggini sui presunti “straordinari vantaggi” per tutti di questi due formati di curriculum, che invece sono quasi sempre inefficaci e lavorano contro i candidati e le imprese!
I Visual CV ed i CV creativi fanno parte della stessa famiglia o categoria di curricula che tentano di sfruttare le potenzialità dei moderni software da ufficio come Microsoft Office per arricchire il CV con elementi grafici più o meno utili, nel tentativo di aiutare il candidato che lo realizza a distinguersi dalla massa ed ottenere interviste.
Nella realtà dei fatti, purtroppo, le cose stanno esattamente all’opposto e ora ti spiego perché.I Visual CV o CV grafici sono quei CV che utilizzano grafici ed immagini per illustrare il proprio percorso professionale e di studi, in teoria dando al lettore una visuale immediata di cosa il candidato ha fatto sino ad oggi.
In particolare, si utilizza una linea di progressione che parte dal conseguimento dei primi studi più significativi (come i diplomi tecnici o le lauree) sino al presente, in modo da mostrare cosa, quanto e come si è lavorato senza ricorrere alle tradizionali descrizioni dei CV tradizionali, che questo formato tenta di sostituire con immagini.
I CV creativi sono più in generale quelli che abusano degli elementi decorativi offerti da Word ed altri software disponibili per far emergere il proprio CV dalla massa.
Utilizzano combinazioni di colori originali, grafici e sfondi personalizzati, spesso ripartendo il testo in 2 colonne distinte (un po’ come avviene con il formato europeo o Europass): il modello utilizza 2/3 del foglio (in verticale) per descrive le esperienze lavorative ed il rimanente 1/3 per la formazione, le qualifiche etc.
Un po’ come avviene col modello qui sulla destra, che è uno dei tanti esempi fittizi reperibili su Google tramite ricerca immagini.
Se hai seguito le mie guide precedenti ed in particolare le FAQ sul formato del CV , avrai già notato alcuni punti deboli di questi due formati che li faranno lavorare contro di te.
- Soprattutto con gli Info CV, le immagini ed i grafici comportano un immane spreco di spazio sul foglio con contenuti poveri di valore: non consentono di scrivere informazioni realmente utili al recruiter e dunque non mettono in reale luce il candidato perché sono utili solo per dare una panoramica generale delle tue esperienze ma non posso andare veramente nel dettaglio e dunque non possono far percepire il valore che tu candidato potresti portare in una nuova azienda. Quel che un Visual CV guadagna in immediatezza lo perde con la ricchezza dei contenuti che solo una forma scritta e ben articolata può fornire.
Lo stesso discorso vale per le le auto-valutazioni delle competenze, specialmente quando non sono supportate dai fatti, certificazioni e traguardi a confermarle e ci sono una infinità di motivi per le quali non vengo mai viste bene: qui mi limito a dire che sono percepite come inaffidabili e come un maldestro tentativo di cantarsela e suonarsela da soli. - È ampiamente dimostrato da ricerche e letteratura scientifica in materia che i recruiter vengono distratti – non attratti – dalle decorazioni dei CV, che li rallentano nel loro lavoro.
Anche se i colori sgargianti e la differenza nel formato aiutano in prima battuta ad incuriosire il lettore, i professionisti nella ricerca e selezione del personale così come i datori di lavoro esperti e preparati non si fanno ingannare dalla grafica e puntano a cercare la conferma delle competenze di cui hanno bisogno nel CV. Se anche la veste grafica dovesse portare il lettore a soffermarsi sul CV in questione, questo verrà comunque messo nella pila degli scarti se è scomodo da leggere o povero di contenuti, che sono il vero elemento chiave.
Pensaci anche tu: se fossi al mio posto e dovessi scegliere solo 1 candidato da chiamare, chi chiameresti tra 1 che si distingue per un CV colorato ma che ti lascia tanti dubbi sulla sua idoneità al ruolo, ed un altro ben scritto che invece ti fornisce già tutti gli elementi di cui hai bisogno per lavorare? - L’originalità porta quasi sempre a sfondi che compromettono la leggibilità del testo o colori, talvolta con combinazioni raccapriccianti. Inoltre, c’è sempre la possibilità che qualche recruiter sia daltonico e pertanto certe combinazioni di colori o grafici possano essere pesantemente d’intralcio al loro lavoro. Tutti i recruiter – me compreso – si infastidiscono molto velocemente (e di continuo) per i CV scritti male, perché il tempo è talmente poco rispetto alla mole di lavoro che abbiamo e giustamente non vediamo di buon occhio qualunque elemento che ci rallenti ulteriormente! Se il risultato della creatività causa una perdita di tempo al recruiter, il rischio che il CV finisca nella pila degli scarti è molto alto. Fattore complementare ma comunque di rilievo: i colori e gli sfondi consumano più inchiostro quando il CV viene stampato e questo è un costo soprattutto per le agenzie specializzate che ne stampano a centinaia ogni giorno.
- Le immagini ed i grafici rendono i file più pesanti, mentre il testo contenuto nelle immagini non viene rilevato dai software per le ricerche tra gli archivi e database di CV, che le aziende creano internamente o ai quali accedono tramite i siti per gli annunci di lavoro come Monster. Se ti affidi ad un Visual CV o Info CV, hai alte possibilità che il tuo CV venga rifiutato quando cerchi di caricarlo nei vari siti web per rispondere agli annunci di lavoro o di inviarlo per email a causa delle dimensioni e, anche se dovessi riuscirci, potrebbe venire ignorato dai vari software gestionali dedicati ai curricula ricevuti! Anche se il tuo CV è presente in un archivio, non appare mai tra i risultati di una ricerca perché non contiene testo ma immagini.
- Ultimo ma forse più importante: investendo eccessivamente nella grafica di un CV, stai implicitamente comunicando al recruiter o datore di lavoro che hai bisogno di espedienti per distinguerti dalla massa e che, dunque, le tue competenze ed esperienza non sono poi questo gran ché.
Un vero professionista non ha bisogno di colori sgargianti per raggiungere l’intervista di lavoro, perché saranno i fatti ed i traguardi che caratterizzano la sua carriera a parlare per lui, se sarà in grado di esporli in modo chiaro, preciso, col giusto grado di sintesi ed orientati al cliente grazie al tailoring del CV che – guarda caso – coi CV grafici diventa ancor più complicato per la loro stessa natura.
Per il vero professionista, quindi, il CV deve avere sempre un formato semplice, facilmente leggibile: sono concessi soltanto minimi elementi decorativi giusto per dare un tocco di riconoscibilità (e già la foto sarebbe più che sufficiente) e per far emergere la propria personalità, tramite la scelta del carattere, le linee per dividere le aree tematiche del CV ed eventualmente qualche elemento colorato inserito con estrema discrezione e stile. Basta.
APPROFONDIMENTO: INFO-cv PER I GIOVANI ALLE PRIME ESPERIENZE
Se sei un giovane alle prime esperienze a maggior ragione ti suggerisco di NON USARE MAI gli info CV o CV grafici. Ogni giorno al lavoro come recruiter vedo decine di CV di ragazzi neodiplomati o neolaureati che magari hanno anche investito i loro risparmi per pagare (a caro prezzo) dei formati colorati, nella speranza che una veste appariscente li aiuti ad avere interviste, col risultato che “ho inviato migliaia di CV e non mi risponde nessuno: in Italia non c’è lavoro, maledetta crisi!“.
Come ti ho accennato prima, l’auto-valutazione delle competenze non va messa in un CV. Sono le esperienze che danno valore alle competenze e che fanno capire quanto queste siano realmente sviluppate: se hai poca o nessuna esperienza, non ha senso scrivere elenchi di competenze che ti auto-voti perché è palese che non hai avuto mai modo di svilupparle!
Per fare un esempio, non è credibile un neo-laureato in giurisprudenza che non ha mai messo piede in un’aula di tribunale e valuta con un 5/5 le proprie competenze relative alla deontologia professionale e conoscenza delle procedure processuali: non verrà mai preso in seria considerazione anche se si è laureato con il massimo dei voti. Tale candidato dispone nel caso migliore solo di un bagaglio tecnico-teorico molto fresco ma non supportato da una reale esperienza pratica, che serve ad attivare e consolidare le competenze.
Il problema della disoccupazione giovanile in Italia è drammatico ma di certo non si risolve né inviando i CV alla cieca per disperazione, né puntando sulla grafica: se questo è il tuo problema, ti consiglio l’articolo dedicato alla scrittura del primo CV per i neo-laureati e giovani alle prime esperienze.
Lo stesso problema della “dimostrazione” delle tue affermazioni, bada bene, lo hai anche se tu sei un professionista più esperto, come spiegato nel precedente elenco puntato.
Ecco perché questi formati di CV non funzionano (quasi) mai per la stragrande maggioranza dei professionisti, con le seguenti eccezioni.
per chi sono allora i cv grafici e creativi?
Nella vita ogni scelta comporta quasi sempre uno scambio, un “trade off” come dicono gli inglesi, dove si perde qualcosa per ottenere qualcos’altro che non è meglio in assoluto ma in termini relativi e specifici per un dato scopo. Ci sono sempre dei pro e contro.
Anche per i CV grafici ed i CV creativi è così e sono utili a quella stretta minoranza di professionisti nella grafica ed in settori creativi: questi sono professionisti che devono dimostrare sin dalle prime battute e tramite il loro CV di essere realmente abili con il computer, con la grafica, con i programmi di ufficio e di avere creatività e buon gusto da vendere.
Così come un cardio-chirurgo non se ne fa niente di un CV grafico, all’opposto per un grafico professionista è essenziale avere un CV dall’aspetto curato in ogni minimo dettaglio, perché si rivolge ad un’utenza particolare e diversa da tutti gli altri professionisti e, nel suo caso, l’apparenza è anche sostanza in quanto diretta dimostrazione delle sue abilità.
A bisogni diversi corrispondono risposte diverse.
Non è che un CV grafico o creativo non debba seguire le regole di Curriculum Vincente:
Scombussolare l’ordine in cui vengono presentate le informazioni è da incapaci, prendere la tecnica di Curriculum Vincente e dotarla di una veste grafica di alto livello è da professionisti.
E tu? Se proprio ti piacciono questi formati di CV, io ti consiglio di riflettere attentamente su chi sei tu, quale è la tua professione e dove vuoi andare.
Se questo tipi di CV grafico-creativi è coerente con il tuo passato e futuro, allora accomodati. Se invece stai solo cercando un modo efficace per emergere dalla massa, allora fallo come ti dico io: utilizza i tuoi traguardi professionali per dotare il tuo CV dell’effetto “WOW!” senza inutili sfarzi grafici, che indicherebbero in realtà solo una forte insicurezza.
Al più, puoi utilizzare il visual CV come un allegato e un complemento ma, una volta che hai un CV già molto forte perché chiaro e scritto bene, hai bisogno di un’ulteriore pagina che ti ingombra inutilmente per raccontare chi sei al futuro datore di lavoro?
Io penso proprio di no.
Se vuoi essere un vincente, non seguire i mediocri ma adotta le scelte che sono giuste per te, non per gli altri: questo è il caso.
Mattia Loy
Esperto in ricerca e selezione del personale e coach occupazionale
Specialista n.1 in Italia nella scrittura professionale del curriculum vitae
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