LinkedIN: come fare networking con i sei gradi di separazione

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Networking su LinkedIN

Nei precedenti articoli abbiamo visto l’utilità di essere presenti sul business network n. 1. Ora voglio approfondire un aspetto molto importante di LinkedIn: come fare networking con i sei gradi di separazione.
Abbiamo visto infatti che non basta aggiungere persone a caso ma che bisogna curare il proprio network con una strategia ben precisa. Vediamo come!

Chi aggiungere su LinkedIn ed in quali quantità

Quando si parla di fare networking, ovvero costruire una rete di contatti, su LinkedIn la prima domanda che dovresti farti è:

 Chi sono? Dove voglio arrivare e quali sono i miei obiettivi?

Se cerchi lavoro, di certo essere in contatto con i recruiter come me ed i miei colleghi è sempre utile come “investimento” per il futuro, o per chiedere un consiglio. Inoltre, è sempre utile essere in contatto con colleghi di lavoro ed amici che sono anche validi professionisti.
Ricordo che LinkedIn non è Facebook! Dunque non esiste “avere troppi contatti” se il tuo obiettivo è cercare lavoro ma la quantità non è sinonimo di qualità, anche considerando che la piattaforma è pensata per supportare relazioni a lungo termine, approfondite e di qualità piuttosto che per essere (solo) un’enorme evoluzione delle Pagine Gialle.

Diventa più realistico invece pensare a quanti contatti puoi realmente coltivare: già tenere i rapporti con 100 persone virtuali è tanto, con 1.000 è possibile? E con 5.000?

Per cercare lavoro dovresti pensare all’utilità professionale dei tuoi contatti: dovresti relazionarsi soprattutto con persone dove c’è un’affinità e reciprocità professionale e cementificare le relazioni solo con chi ti porta un valore aggiunto.
Ad esempio accetta e scambiati le referenze solo con le persone con cui hai realmente lavorato e che ti conoscono bene, privilegiando un approccio trasparente e veritiero, mentre l’amico del cuore delle elementari, che oggi lavora in settori totalmente lontani dal tuo e che non potrà mai aiutarti col lavoro, così come la cameriera che lavora al bar dell’ufficio, anche se siete in ottimi rapporti, è meglio se li lasci solo su Facebook.
Sono persone che non possono darti alcun valore professionale e forse pure degli svantaggi: è raro che qualcuno si metta a spulciare i tuoi contatti e poi, se il tuo obiettivo è “solo” cercare lavoro (e non vendere), una platea di contatti molto variegata non è un problema.

Tutto sommato, i rischi di imbarcare persone pericolose sono minimi perché ci vuole poco a liberarsi di eventuali scocciatori pronti ad importunare te ed i tuoi contatti, magari con commenti particolarmente aggressivi o con offerte pubblicitarie fastidiose. In altri casi più seri, ci sono truffatori, imbonitori e spie industriali ma sono casi rari. Per farti un’idea di quel che può succedere, ti consiglio di cercare su Google il nome di Alessandro Proto.

Tirando le fila, cerca di connetterti soprattutto con:

  • imprenditori, amministratori delegati e reali decisori
  • recruiter interni o d’agenzia
  • direttori di funzione
  • professionisti simili a te e pari grado
  • celebrità del settore, opinion leader ed influencer

Se invece il tuo obiettivo è vendere ed avere un seguito di followers fidelizzati, allora è meglio il “pochi ma buoni” perché interagiranno maggiormente con i tuoi post, tenendoli sempre in alto in bacheca, ma questo è un altro discorso. A tal riguardo, il vero problema è che una platea di contatti caotica interferisce in modo negativo con la tua visibilità in bacheca, a causa dell’algoritmo.

C’è però un motivo molto importante per il quale bisogna coltivare anche una certa quantità di contatti, che è dato dai gradi di separazione (o, gradi di contatto) di LinkedIn.

La teoria dei gradi di separazione

Quando viene effettuata la ricerca di un profilo, infatti, LinkedIn privilegia non solo quelli più allineati ai parametri inseriti ma anche quelli più vicini a te, ponendo un limite oltre il terzo grado di separazione. Che significa tutto questo?

In realtà è molto semplice: i gradi rappresentano la distanza che ci separa dalle persone che vogliamo raggiungere. Come puoi vedere dall’immagine qui sotto, c’è un grado di separazione tra te ed un contatto diretto come potremmo, ad esempio, essere tu ed io se fossimo direttamente connessi su LinkedIn. Se invece non ci conosciamo, tu puoi ancora trovarmi direttamente se abbiamo un contatto in comune: saremmo quindi entrambi i contatti di un contatto, l’equivalente dell’amico di amici, e ci sarebbero due gradi di separazione tra di noi.

Già dal terzo grado di separazione in poi, LinkedIn rende più difficoltosa la ricerca dei profili per incentivare l’acquisto di pacchetti a pagamento. Pertanto, se tu non sei vicino ai recruiter, puoi avere enormi difficoltà a farti trovare. Tuttavia, aggiungere recruiter a casaccio può non portarti a niente: dal loro profilo vedrai se operano nel tuo settore e a quel punto basta aggiungerli per rendersi reperibili in caso di ricerche aperte in linea con il tuo profilo.

Ma si può andare ancora oltre: esiste infatti la teoria dei sei gradi di separazione secondo la quale ogni persona sulla Terra è collegata a qualunque altra attraverso una catena di conoscenze che non supera i sei intermediari. Io per esempio ho avuto il piacere di conoscere alcuni “big” della TV italiana e della politica proprio in questo modo (tra cui Diego Dalla Palma o Paola Perego) e sono il nipote del famoso violoncellista classico, Enrico Dindo, mentre tramite un mio parente in Canada sono potenzialmente in contatto con il celebre attore Arnold Schwarzenegger. Sembra impossibile ma è tutto vero!

Per allargare il nostro network, possiamo rivolgerci ai contatti di primo grado, solitamente amici, parenti e colleghi stretti, che possono metterci in contatto con il loro giro di conoscenze sino a raggiungere virtualmente chiunque. Tramite i social, spesso è possibile abbassare il numero dei gradi di separazione da 6 a 3.

Pertanto, la platea dei nostri contatti sui social è potenzialmente immensa ma bisogna svilupparla con cura e qualità del rapporto. In psicologia sociale, infatti, è possibile distinguere  le relazioni tra le persone  in due macro-tipologie: legami forti e deboli.

legami forti sono in sostanza delle relazioni durature che collegano tra loro gli amici di una vita ed i membri di una famiglia che si conosco bene e che sono cementificati da continue frequentazioni. I legami deboli per contro dati dalle relazioni di breve durata, occasionali e casuali, con quelli che potremmo definire  “semplici conoscenti”: anche questi però vanno valorizzati perché, grazie alle loro conoscenze, possono farci da “ponte” verso altre cerchie sociali. Puoi fare riferimento al precedente schema grafico sostituendo le singole persone con dei gruppi di persone separati.

In particolare il sociologo Granovetter analizzò questo tipo di relazioni, arrivando aIle seguenti conclusioni:

  • la società è divisa in “cluster” (grappoli) di persone, dove le singole persone fanno da ponte tra un cluster e l’altro
  • eliminando il legame forte con una delle persone che compongono un cluster non si perder la relazione con la parte rimante del gruppo, cosa che invece succede eliminando un legame debole esistente fra due persone che si vedono occasionalmente
  • quando si cerca lavoro, i risultati migliori si ottengono lavorando anche su nuovi legami deboli, perché possono aprire l’accesso a nuovi gruppi di contatti

Questo accade perché è altamente probabile che le tue amicizie di sempre conoscano in gran parte le stesse persone che già conosci tu e che potresti raggiungere io in pena autonomia. Tramite i legami deboli, invece, potresti far passare la notizia che stai cercando lavoro all’interno di un altro cluster, aumentando sensibilmente le possibilità di farmi notare da nuovi decisori.

Far sapere a tutti che stai cercando lavoro va sempre bene, ma dovresti sempre impegnarti per allargare il tuo network puntando ai contatti che vanno oltre le tue cerchie più strette, in modo da aumentare le tue possibilità di riuscita.

Pertanto, ecco alcuni consigli pratici in termini di azioni:

  • chiedi ai tuoi contatti di introdurti presso altri decisori chiave e parigrado, come visto prima
  • accompagna sempre ogni connessione con un messaggio personalizzato
  • quando puoi, offriti di aiutare gli altri anziché chiedere subito qualcosa
  • prendi di mira poche persone alla volta, seguile su LinkedIN ed interagisci con loro per entrare nella loro familiarità ed evitare di fare richieste “a freddo” che non portano a niente

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