Come il tuo CV viene visto dal recruiter

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Per scrivere il tuo CV, sei già a buon punto se hai seguito il consiglio di fare prima una tua auto-analisi, spiegata nel precedente articolo. Il passo successivo è quello di indirizzare il tuo CV verso il più probabile lettore: seguendo le regole generali della comunicazione, se c’è almeno una persona che parla, c’è almeno una persona che ascolta. Se c’è un emittente, c’è un ricevente!
Quindi, per massimizzare l’efficacia della tua comunicazione, devi orientarla al tuo più probabile destinatario che, nel caso del CV e della lettera di presentazione, può essere uno o più dei seguenti professionisti:

  • il datore di lavoro
  • il responsabile interno della ricerca e selezione dello staff di un’impresa
  • un recruiter esterno che va a caccia di talenti da rivendere alle imprese
  • l’operatore di un’agenzia interinale o di collocamento

HR-Recruiting-ServicesTutte queste figure hanno le loro differenze ma sono accomunate da un elemento: la ricerca dei candidati più idonei a svolgere un compito e ricoprire una posizione lavorativa, facendo gli interessi della propria azienda o dell’impresa che li assume per la caccia ai talenti.
Inoltre, cosa più importante, sono tutti soggetti all’affaticamento cognitivo dovuto all’eccesso di informazioni (infobesity) presente nel mondo: un datore di lavoro o HR manager ha mille cose a cui pensare ogni giorno, mentre un cacciatore di talenti può ricevere diverse centinaia di candidature (application) per ogni singolo lavoro vacante. Se ti metti nei loro panni, capisci come nessuno di loro avrà mail il tempo di leggere con attenzione ogni CV ricevuto ma lo analizzeranno in circa 10 secondi per decidere se tu sei interessante oppure no.

Lo so: è sbagliato, ma il mondo è fatto così! E solo i CV vincenti con l’effetto “wow” come quelli che so scrivere io verranno messi prima nella pila di quelli da esaminare e poi letti con attenzione sino a portare alla tanta agognata intervista, che è appena il passo prima dell’assunzione.

cestinato o esaminato

Dato che i professionisti ricevono migliaia di CV e devono scremare prima in modo brutale e solo in seguito in modo accurato, ogni scusa per non leggere un CV è sempre buona. La verità è che basta una virgola fuori posto per far finire il tuo CV nella pila degli scarti e, a meno che tu non sia uno dei 3 ultra-specialisti al mondo in un settore così di nicchia dove puoi permetterti di avere un CV pessimo perché tanto possono assumere solo te, devi rassegnarti perché nel 99,9% dei casi è così. Ecco quindi che devi pensare a cosa vuole chi legge il tuo CV e darglielo!

Saranno apprezzati e ti faranno guadagnare punti:

  1. un formato estremamente pulito e leggibile, che consenta di capire chi sei a colpo d’occhio
  2. una sintesi della tua carriera in massimo 2 pagine, 1 pagina se sei un neo-laureato/a e 3 solo per i ricercatori che hanno da esibire le loro pubblicazioni o in rarissimi casi di profili senior di alto livello.
  3. un linguaggio comprensibile che dimostri competenza tecnica nel tuo settore, ma senza esagerare
  4. frasi corte e dritte al punto, senza errori di scrittura, dall’alto valore descrittivo e che sappiano emozionare
  5. nessuno spreco di spazio né giri di parole inutili
  6. contenuti che siano strettamente aderenti alla posizione richiesta
  7. il rispetto delle norme culturali che caratterizzano il paese in cui ti candidi

Si: hai capito bene. A seconda di chi sei, il CV di una pagina sola è un curriculum professionale ancora più efficace di un CV di 2 pagine.

Per contro, ti faranno cestinare automaticamente:

  1. un formato “originale a tutti i costi” con aggiunte grafiche che intralciano la lettura
  2. l’orrido formato europeo o Europass (tranne quando esplicitamente richiesto)
  3. “mattoni” di 3-4 pagine ed oltre, causati anche dagli sprechi del formato europeo
  4. errori di grammatica o di scrittura, che denoteranno scarsa attenzione
  5. foto non professionali, o una qualsiasi foto quando non richiesto (come in UK)
  6. frasi lunghe e logorroiche e/o un linguaggio noioso, ripetitivo e poco impattante
  7. contenuti che non portano alcun valore specifico per l’azienda o il ruolo specifico
  8. ignoranza delle norme culturali e legali che regolano il mondo del lavoro

La cosa che più infastidisce un qualsiasi addetto alla selezione del personale, anche i più incapaci, sono le perdite di tempo causate da candidati sciatti, che scrivono CV non curati e che non sanno nemmeno leggere le offerte di lavoro, inviando i CV a casaccio.
Ma non basta: anche quando rispetti tutte queste regole, devi fare in modo che il tuo CV si distingua in meglio rispetto alla massa e ciò avviene solo se riesci a dargli l’effetto “wow”.

Ecco perché, quando lo prepari, non basta che sia tutto scritto senza difetti, non basta pensare a chi sei tu e a dove vuoi andare!
Serve anche illustrare in modo chiaro e conciso i tuoi pregi, il tuo contributo, ciò che ti distingue dalla massa e che ti rende il più adatto per quel lavoro, evitando al recruiter la fatica di pensare. Ciò si ottiene solo impostando il tuo CV con un fortissimo “approccio al cliente” – che sarà appunto colui che lo esaminerà – più tutto il resto che ti dirò nei prossimi articoli.

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Mattia Loy
Esperto in ricerca e selezione del personale e coach occupazionale
Specialista n.1 in Italia nella scrittura professionale del curriculum vitae

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